L’importanza del consumo dei
vegetali è dovuta alle grandi proprietà di tali prodotti che ci consentono di
fare prevenzione
primaria, ovvero aiutano a prevenire gran parte delle patologie,
gastrointestinali, cardiovascolari, tumorali, grazie alla presenza di minerali
e vitamine con funzione antiossidante che contrastano la formazione di radicali
liberi, alla base di gran parte delle patologie. Inoltre le fibre in essi
contenuti modulano l’assorbimento degli altri nutrienti.
Ormai, però, sono anni che
sentiamo tanto parlare di problemi ambientali, inquinamento, contaminazioni e
molto spesso il pensiero che questi problemi possano compromettere la salubrità
dei prodotti della terra, da sempre ritenuti quanto di più buono e sano possa
esserci, può scatenare qualche dubbio e qualche riflessione.
Possiamo essere sicuri di ciò che
mangiamo? Ciò che preoccupa maggiormente, in quanto più diffuso e di impatto
immediato, è l’inquinamento atmosferico, quello derivante dalle aree
industriali, dallo smog delle città, dalle cattivi abitudini (dar fuoco senza
controllo a materiali di scarto, sterpaglie e rifiuti), in quanto genera
particolato che può depositarsi direttamente dall’atmosfera o attraverso le
precipitazioni su frutta e verdura prima che vengano raccolti o sul suolo in
cui questi crescono.

Oltre ad un rischio
essenzialmente chimico, però, all’igiene di frutta e verdura è associato anche
un rischio di tipo biologico, Ovvero la possibilità che durante il periodo
della coltivazione, ma anche di conservazione, i prodotti vegetali siano venuti
in contatto con insetti e animali vari, i quali potrebbero aver depositato su
di essi escrementi o altri fluidi corporei, potenzialmente contaminati, a loro
volta, da patogeni.
Come ci si può difendere da
questi rischi?
Innanzitutto è fondamentale, così
come ci insegnano genitori e nonni, lavare bene con acqua corrente,
anche per 2-3 volte. L'ideale è che sia tiepida (tranne per l'insalata,
che va lavata in acqua fredda per evitare perdita di tonicità delle foglie).
Le verdure a scorza dura, come
patate e carote, vanno trattate anche con una spazzola, mentre la frutta a
grappolo o di piccole dimensioni (uva, ciliegie) vanno messe in ammollo (non
troppo), sfregate delicatamente e cambiate di acqua un paio di volte.
Per uva, mele, prugne, pesche,
pere e pomodori può essere sufficiente il trattamento con acqua.
In alcuni casi è opportuno
intervenire anche con qualche solvente, possibilmente di tipo naturale. No,
quindi, agli additivi chimici, non è necessario utilizzare
l'amuchina, poiché questi possono alterare il valore nutritivo del
vegetale e possono, paradossalmente, lasciare tracce sulla superficie,
per cui per scongiurare il rischio biologico genereremmo un rischio chimico.
In alternativa esistono dei
metodi semplici ed anche economici che prevedono l'utilizzo di sostanze comunemente
presenti nelle nostre case, come bicarbonato, limone e aceto.
In generale, possiamo elencare un
efficace decalogo per garantire un consumo sicuro di frutta e
verdura nelle nostre case :
- Sciacquare bene ed energicamente tutto con acqua corrente (un occhio di riguardo alla frutta a grappolo e di piccole dimensioni…non distruggiamole!);
- Mantenere puliti i piani della cucina, di cottura e il frigo, pentole, posate e tutto ciò che entra in contatto con gli alimenti;
- Lavarsi sempre le mani con acqua tiepida e sapone prima di maneggiare gli alimenti;
- Non utilizzare sacchetti di plastica per conservare frutta e verdura;
- Non utilizzare prodotti chimici per la pulizia e la disinfezione degli alimenti;
- Evitiamo di consumare la frutta con la buccia;
- Se proprio dobbiamo consumare frutta con la buccia non trascuriamo nessun passaggio per la pulizia, compresi gli strofinamenti con panni e spazzole
- Lavare sempre tutte le parti, anche gli scarti: il contatto delle mani e delle stoviglie con parti "sporche" dell'alimento può contaminare anche la parte edibile;
- Tutte le parti danneggiate devono essere rimosse, potrebbero essere punti deboli per l'attacco di patogeni;
- Teniamo frutta e verdura lontano dalle carni non cotte per evitare il rischio di contaminazioni.
Spesso si avanzano anche ipotesi di inquinanti
contenuti nel suolo trasmessi attraverso le radici all’interno del vegetale, in
prevalenza metalli pesanti. Per quanto riguarda quest’ultimo punto ci sono
delle precisazioni da fare: le radici delle piante assorbono i nutrienti dal
suolo attraverso l’acqua, ovvero per essere assorbita, una sostanza deve, in
primis, essere solubile in acqua. Se non è solubile non entra nelle radici.

Esistono
casi in cui alcune sostanze “non previste” riescano a penetrare all’interno
delle radici, ma solo se esistono gravi problemi legati a fattori fisici del
suolo, carenze di particolari elementi essenziali o per problemi (seppur rari)
di biodisponibilità dei nutrienti. In genere, quando il vegetale assorbe una
sostanza non essenziale, soprattutto poiché in luogo di una sostanza
essenziale, ne risente lo sviluppo della pianta stessa, per cui ne risulta
danneggiata, muore o, se sopravvive, il suo aspetto indica una situazione non
buona.
In
ogni caso, le comuni pratiche agricole, sia convenzionali che biologiche,
laddove applicate secondo i canoni, prevedono procedure (anche completamente
naturali) per ovviare a questi problemi, analisi preliminari del suolo o
utilizzo di fertilizzanti arricchiti di minerali per evitare deficit di elementi
essenziali, per cui consumare prodotti ortofrutticoli di agricolture note e
tracciate può fornire la garanzia necessaria ad assicurare la salubrità di ciò
che mangiamo.
Nessun commento:
Posta un commento